SEPINO
Era sera, quella volta,
nel chiostro di Santa Cristina, quando
guardando il porticato
sentimmo parlare le pietre.
Bianche, immobili come gli anni
che passano uguali
misteriose, come la storia che ritorna
dall’acropoli di Terravecchia
nell’eco di battaglie lontane,
le spade sferrate sui corpi
e un rumore sottile che cresce,
che sale più fitto, più cupo
dal foro bagnato di un antico bufù.
Altilia delle mura
che chiama a raccolta i suoi figli
dal vento inquieto dei campanili
e quel profumo di cielo in cui pregare,
ad occhi chiusi
guidando lo spirito nello stesso percorso
segreto dei frati.
Se ci cammini, nelle strade antiche del paese
o nel buio dei sentieri,
senti le voci dei sanniti gorgogliare
nell’acque cristalline della fonte del Grifo
e dal tratturo di Candela
vedi salire ancora le bianche nuvole dei velli.
Poi, nel silenzio del Matese,
piegato alla bellezza ogni dolore, senti
raccogliersi il cuore nel verde delle foglie,
lo sguardo allargarsi nel sole
e il respiro soffiare più forte, più piano
pulsando d’amore.
Antonella Corna
Rinascimento Poetico